Per noi genitori Edo è semplicemente “nostro figlio”, nato e cresciuto tra i monti, dove fin da ragazzino insieme a suo padre si avventurava lungo i sentieri che portavano a un rifugio o in cima a una vetta.
Edoardo è e sarà per sempre “nostro figlio”: per noi è impossibile usare il passato quando parliamo di lui...
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Il suo amore per lo sport è sempre stato intenso e la sua passione lo ha portato a praticarne numerosi, soprattutto legati alla montagna; fin da piccolo ha sciato e per lui – come ha scritto un suo amico – “le montagne erano un enorme parco giochi bianco”.
Ha avuto la fortuna di avere degli ottimi maestri che sono stati capaci di trasmettergli, oltre alle competenze tecniche, anche un amore viscerale per la montagna: anche se in pieno inverno pioveva o nevicava fitto, lui andava volentieri agli allenamenti. E questo suo amore incondizionato – questa sua incrollabile dedizione – ha saputo trasmetterli, quando è diventato a sua volta maestro di sci, ai suoi giovani allievi che non hanno potuto fare a meno di adorarlo e, ancora oggi, lo ricordano con grande stima e riconoscenza.
Edo si allenava molto, arrampicava in palestra e nella sala boulder comunale, che insieme ad alcuni amici aveva ideato e gestiva, sempre desideroso di trasmettere agli altri la sua passione.
Crescendo poi, quasi per gioco, ha iniziato a partecipare ai trail; in uno dei primi, insieme a un amico arrivò tra gli ultimi classificati: tuttavia, invece di demoralizzarsi, da questo iniziale insuccesso Edoardo trasse l’incentivo per migliorare, arrivando già nelle gare successive nei primi posti. Era competitivo, ma non avrebbe mai abbandonato un amico: tra un risultato agonistico e l’amicizia lui, senza dubbio, ha sempre scelto la seconda. Le amicizie che ha costruito in montagna sono state numerose e tutte molto solide: la fatica e le difficoltà, infatti, aiutano a creare dei legami forti e indissolubili. Proprio insieme ad alcuni amici, ammirando le meravigliose montagne che circondano la Thuile, è nata l’idea del La Thuile Trail, con l’obiettivo di farle conoscere in tutto il mondo; questa iniziativa, grazie ai suoi amici e ai vari sostenitori, andrà avanti e ci auguriamo che possa raggiungere l’obiettivo per cui è nata.
Per lavoro, Edoardo ha avuto la possibilità di viaggiare e di conoscere dei posti dall’altra parte del mondo come la Nuova Zelanda; anche lì, ha avuto modo di parlare ai suoi nuovi amici della Valle d’Aosta, che conosceva molto bene, dalle piste da sci ai sentieri percorsi correndo o in bici, in ogni stagione dell’anno.
Non aveva bisogno, però, di andare lontano per trovare la pace e sfogare la tensione nei momenti negativi: gli era sufficiente indossare le scarpe da ginnastica e recarsi nel bosco dietro a casa, ritornando con il suo indimenticabile sorriso grazie al quale, anche se per qualche motivo ci aveva fatti arrabbiare, riusciva a farsi perdonare all’istante.
Non è facile raccontare in poche righe una vita vissuta così intensamente: Edoardo era sempre curioso di visitare nuovi posti, desideroso di conoscere percorsi diversi, di cimentarsi in competizioni per il gusto di misurarsi con sé stesso e di mettere alla prova – con un’energia incredibile – i suoi record personali.
Una volta, un amico gli propose di salire sul Monviso e di scenderlo con gli sci: Edoardo accolse anche questa sfida con grande entusiasmo e, tornato a casa, non ebbe neppure il tempo di raccontarci la sua impresa perché era già impegnato in una nuova avventura.
Il suo rapporto con lo sci, negli ultimi tempi, era diventato sempre più intenso e totalizzante: programmava con cura le discese future, sognando di scendere la parete est del Cervino. Il ghiacciaio del Rutor era una sua meta frequente: lo poteva vedere da casa e, per questa ragione, quando due suoi amici – in tempi diversi – ci hanno proposto di costruire un bivacco sul colle del Ruitor ci è sembrata la posizione ideale.
Suo padre Luciano, che pratica l’alpinismo, si sta occupando a tempo pieno della sua realizzazione, aiutato e sostenuto da molti volontari, animati tutti dal desiderio di ricordare Edo, le sue amate montagne e il paese in cui è cresciuto, La Thuile. La posizione del bivacco, approvata dalle guide alpine, unisce tra loro non solo le valli valdostane, ma anche l’Italia e la Francia, ricordando idealmente un valore caro a Edo: quello della fratellanza e dell’unione tra i popoli.
Edoardo è un ragazzo come tanti: la sua peculiarità è stata quella di sapere andare d’accordo con persone assai diverse, riuscendo a trovare i lati positivi – anche quando erano nascosti – in ognuno. Fin da piccolo ha dimostrato di saper interagire con tutti e, crescendo, il mondo intero è diventato la sua casa; se partecipava a un trail fuori Valle, trovava sempre qualcuno che lo ospitasse e, in cambio, lui apriva volentieri la nostra casa a tutti: spaghettate a metà pomeriggio, dopo una gita di sci alpinismo in zona, non erano rare!
L’idea del bivacco inizialmente era molto semplice, essenziale; grazie al sostegno di molte persone e di alcuni sponsor ha assunto, poi, un’aura più solenne, quasi magica, non solo per il progetto, ma per il legame che è riuscito a creare tra le persone, non solo tra gli amici di Edo, ma coinvolgendo anche noi genitori.
Il luogo dove verrà edificato il bivacco è un crocevia con una vista incredibile: tutti noi speriamo che possa servire a dare ristoro a chi attraversa il colle del Rutor e possa essere presto conosciuto a livello internazionale in occasione della competizione internazionale Tour du Rutor, realizzando così il sogno di Edoardo di fare conoscere la sua “casa” al mondo intero.
Una casa aperta al mondo nel cuore delle montagne, un rifugio sicuro e accogliente quale è sempre stato Edoardo per tutte le persone che lo hanno conosciuto e amato, un puntino tra i ghiacciai che si può quasi vedere da casa come un piccolo faro capace di illuminare anche le notti più buie.
I genitori di Edoardo Camardella.
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